L’ispezione non era ancora finita, l’atmosfera era pesante e gravida di aspettative. Grimaldi si aggirava come una bestia in gabbia tra i banchi dello store, scrutando e osservando tutto con i suoi occhi penetranti. Osservava e segnava sul questionario le sue constatazioni. Finito il giro di ispezione, si rivolse a Stefano. “Signor Valeri, ho visto tutto quello che dovevo vedere, se non le dispiace vorrei scambiare due parole con lei in privato”. Stefano deglutì a fatica e iniziò a sudare freddo, ma fece buon viso a cattivo gioco e sorrise, indicando il retro del negozio.
I ragazzi si appostarono per poter origliare o almeno sbirciare la conversazione, durante la quale parlò prevalentemente Grimaldi, mentre Stefano cambiò più volte colore, passando dal bianco cadaverico al rosso porpora. Alla fine del discorso, l’ispettore si limitò a consegnare la cartelletta allo store manager; poi si voltò, ringraziò gli addetti vendita e uscì senza dire nulla. “Non ci posso credere…” pensò Stefano mentre osservava il questionario di Grimaldi, incredulo e con la mente sgombra da ogni pensiero.
“Oggi è il gran giorno! Nuovo inizio, nuovo lavoro, nuova vita, vecchio store”. Stefano prese una delle sue migliori cravatte dal cassetto dove erano ordinate per colore, dal più scuro al più chiaro. La camicia era stirata di fresco ed emanava un buon profumo. “Dannazione Cosmo, levati!” sgridò il gatto, che ovviamente aveva deciso di mettersi a dormire sulla giacca del vestito. Da quel giorno sarebbe stato il primo ad arrivare a lavoro: adesso era lo store manager, e doveva dare il giusto esempio. Ma più il tempo passava, più l’ansia montava, e nessuno ancora si faceva vedere. “Ma dove sono finiti? Qua si fa sempre più tardi!” pensò, guardando il quadrante dell’orologio. “Proprio oggi dovevano arrivare in ritardo?! Non è che non si presentano? Eppure le uniformi le hanno prese!”. D’un tratto le porte si spalancarono, lasciando entrare Irina ed Emma. “Finalmente!” Con l’arrivo delle due ragazze iniziò a calmarsi e rilassarsi: almeno qualcuno era venuto.
“Buongiorno ragazze, benvenute nel nuovo store!” disse con un ampio gesto del braccio. “Quando siete venute l’altra volta ancora non era pronto: come vi sembra?” Le ragazze si guardarono attorno. “Sembra un posto completamente diverso!” commentò Irina meravigliata. Poco dopo le porte si aprirono nuovamente per far entrare Karima, nel suo consueto ritardo. “Vedo che le cose non cambiano mai, eh?!” puntualizzò subito Stefano, mentre lei si addentrava nel negozio. “No, infatti: vecchia vita, store nuovo e solito ritardo!” rispose lei, scappando verso il camerino.
Mancava solamente Alessandro: la sua divisa era già pronta sul bancone vicino alle casse, ma di lui nessuna traccia. Il tempo passava, il nervosismo saliva e Alessandro non si vedeva. “Mi sa che ormai non verrà più…” pensò tra sé e sé Stefano, prendendo la divisa abbandonata. “Aspetta! Ci sono, ci sono!” esclamò Alessandro entrando rapido nel negozio e afferrando la sua divisa. Stefano sorrise nel vederlo. “Mancavi solamente tu! Va’ a cambiarti!” Alessandro continuò la sua corsa verso i camerini.
La giornata poteva cominciare. Stefano sapeva che Grimaldi avrebbe scelto il momento peggiore per comparire, e così fu: nell’ora in cui lo store era più affollato lui fece il suo ingresso. Si avvicinò ad Emma, che stava accompagnando una cliente in cassa. “Salve sono Emma, come posso aiutarla?” esordì lei sorridendo, senza rendersi conto di chi fosse il suo interlocutore. Quando realizzò di aver davanti Grimaldi sbiancò e la voce le si incrinò un attimo, ma poi si riprese e continuò a sorridere. Lui la scrutò attentamente, poi parlò lentamente. “Salve, starei cercando un fermacravatta e una cravatta nuovi, mi potrebbe dare una mano?”
Emma rispose prontamente a quella domanda e gli fece strada nel reparto uomo per aiutarlo nella scelta. Così ebbe inizio l’ispezione dello Store32. Nell’arco della mattinata Grimaldi non solo ispezionò meticolosamente il negozio, ma chiese una consulenza ad ognuno degli addetti vendita, segnando ogni cosa nei suoi moduli. A fine giornata chiese a Stefano di parlare con lui in privato, e poco dopo andò via ringraziando l’intero staff.
Quando Stefano raggiunse i ragazzi le mani gli tremavano e teneva ancora ben stretta la cartelletta col questionario compilato. In fondo al foglio la firma e un timbro rosso. “L’esercizio commerciale preso in esame rispetta tutti gli standard di qualità della compagnia NumberS”. I ragazzi del team non credevano ai loro occhi: finalmente erano riusciti a superare l’ispezione. Quel timbro e quella firma segnavano la fine di un incubo e l’inizio di una nuova avventura: avrebbero ripreso le loro vite con rinnovata intraprendenza, guidati dal loro store manager Stefano.
Episodio estratto dall’articolo pubblicato nel 2017 per il progetto Store32